martedì 23 agosto 2011

Secondo Piatto: alzare l'età pensionabile

Lo so è dura: andare in pensione più tardi è molto dura. E' duro anche lo scontro su quello che è il piatto principale da cui attingere per sistemare i conti di questo benedetto Paese. Del resto le pensioni baby e le mega pensioni dei dirigenti pubblici sono lì a dimostrare (insieme a una certa tolleranza, soprattutto in certe aree geografiche, delle finte pensioni di invalidità) come in Italia ci sia  molta gente che vive abbastanza "a sbafo". Del resto, con la teoria dei "diritti acquisiti" per cui ogni status quo non si può mettere in discussione, si sono bloccate tutte le possibilità di recuperare agli errori fatti e si è sempre spostato in avanti il problema (non più là di una decina di anni fa ricordo una intervista sul Sole -24 Ore al mai tramontato senatore Andreotti che sosteneva come la politica del debito poi non fosse così male, e difendeva quanto fatto dal CAF in merito tra la metà degli anni '80 e i primissimi anni '90). Il fatto è che più tardi si mette mano al problema, più il problema cresce, ed in misura esponenziale, viste le dinamiche demografiche. Non alzare l'età pensionabile di due anni adesso, significa doverla alzare di cinque fra 10 o di 10 fra 20 anni per poter mantenere il sistema sostenibile (sempre che non siamo già andati in default). Già chi è completamente al sistema retributivo come il sottoscritto ha una prospettiva di vedere la propria pensione fra una ventina di anni  al 60-65% dell'ultima retribuzione e potrà/dovrà integrare la pensione con una rendita alternativa (ovvero investendo, per esempio il TFR in fondi pensione), non sperando di arrivare, però all'80% medio della retribuzione a cui sia arriva con il sistema retributivo. Si tratta di ridistribuire risorse tra la generazione dei 50-60enni e quelli che di anni ne hanno di meno (e di più all'andare in pensione). Per rendere la pillola più facile da mandare giù bisognerebbe andare a rivedere alcuni di quei "diritti acquisiti", ma in questo paese sembra cosa giuridicamente impossibile. Più difficile che dare un vero senso di equità intergenerazionale al tema della previdenza. Insomma, anche in termini generazionali, chi può arraffa e chi si è visto si è visto. Un bell'esempio da dare. Se continua così verrà il giorno in cui i figli malediranno i padri. 
Il piatto, come vedete dall'immagine, è succulento, ma basta una mucca pazza, per lasciare a digiuno tutti. Anche i 50-60enni.

mercoledì 17 agosto 2011

Statistiche: i miei 25 lettori


Guardando alle statistiche dei miei lettori, mi sono chiesto: perché non condividere con loro i dati che gentilmente bigG mi fa vedere?

Eccoli qui:


Il mio pubblico:


Visualizzazioni di pagine per browser
Internet Explorer
2.469 (56%)
Firefox
742 (16%)
Safari
702 (16%)
Chrome
394 (9%)
Mobile Safari
59 (1%)
Opera
5 (<1%)
Visualizzazioni di pagine per sistema operativo
Windows
3.364 (76%)
iPhone
299 (6%)
Macintosh
221 (5%)
Linux
213 (4%)
Android
162 (3%)
Other Unix
64 (1%)
iPad
34 (<1%)
BlackBerry
9 (<1%)
Unix
5 (<1%)


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La  visualizzazione di pagine nell'ultimo mese:

Primo Piatto: lo scudo fiscale

Come riportato da notizie di stampa, si sta pensando di intervenire anche sui capitali detenuti all'estero o recentemente scudati.
Questo potrebbe essere un bel primo piatto all'italiana. Pasta con il ragù alla bolognese. Ci stanno i carboidrati, le proteine e i grassi. Quasi un pranzo completo.

E' un'idea ottima. Si tratta di colpire capitali che sono stati accumulati nel tempo grazie all'evasione fiscale (e a una serie di altri illeciti) e portati all'estero. Se pensiamo che ora, per uno scontrino non emesso, è prevista la chiusura dell'esercizio commerciale, considerare che questi capitali sono stati completamente nascosti al fisco e poi "legalizzati" con il pagamento di una percentuale a una cifra sola (4-5%?) non dà proprio quel senso di equità che sarebbe necessario in un momento di sacrifici diffusi. Se pensiamo che la stessa percentuale è richiesta in aggiunta ai redditi superiori ai 90.000 euro c'è di che incazzarsi.
Ritornare sullo scudo (anche quello della prima legislatura, perché no?) e andarsi a prendere con una tassa straordinaria il 10-20 % di quanto evaso al fisco (che  con una pressione fiscale di oltre il 40% vale coumunque una frazione della tassazione ordinaria senza alcuna sanzione per gli illeciti commessi) è secondo me del tutto morale e lecito. La forma giuridica corretta si trova, ci sono gli azzeccagarbugli per questo. Di fronte all'alternativa di uno stato tra perdere di credibilità nei confronti degli evasori fiscali e perdere di credibilità nei confronti di chi le tasse le paga, o peggio con il default, perdere la credibilità nei confronti di tutta la comunità finanziaria, beh, secondo me la scelta è automatica:
Garganelli al ragù  = 10-20 mld di euro.

martedì 16 agosto 2011

Cuochi al lavoro: Hell's Kitchen!


Raccogliendo l'invito di Gianfranco su Aleablog, abbiamo allestito una cucina su questo blog. Viste le attuali difficoltà il clima che ritroviamo è molto simile a quello del video. Non se ne abbiano i 4 lettori di questo blog, la situazione è difficile: serve decisione, energia e qualche parolaccia (non a vanvera però come fanno i ministri della Repubblica in questi giorni).

venerdì 12 agosto 2011

Mistero ad Aleablog, sparito un commento


Mi pareva di aver postato qualcosa qui in risposta ai commenti di Saverio, ma è sparito: problemi tecnici?
Ad ogni buon conto eccolo qui, il mio blog è sempre aperto agli interventi di tutti.


@ Saverio, che per rispetto merita una risposta, ma il commento è OT rispetto al post per cui la sua lettura potrebbe rivelarsi una mera perdita di tempo; e poi non dite che non vi ho avvertito!

Caro Saverio, dal tono dei tuoi post, vedo che sei molto propenso a difendere i tuoi "idoli" intellettuali o ad attaccare chi, bonariamente, li sberleffa (non ho nulla di personale contro Gotti Tedeschi, ma la sua proposta mi sembrava e continua a sembrarmi talmente semplicistica e priva di collegamento con la realtà da meritare una piccola presa in giro, tanto che qui mica ci legge Tremonti!, né salviamo i destini del mondo). Il tuo è un atteggiamento da tifoso e non da persona che entra nel merito delle questioni, e a me non va di parlare di calcio con dei tifosi per i quali la propria squadra è sempre la migliore a prescindere! Se non hai capito il tono ironico ma hai preso come oltraggioso e scorretto il mio intervento, lo imputo solamente al fatto che non hai mai letto i miei commenti e non conosci il mio stile, come sempre critico e a volte irriverente, ma mai volutamente offensivo e quindi avevi elementi di giudizio molto parziali. Se frequentassi da tempo questo blog e ti fossi preso la briga di leggere qualche vecchio post e i relativi commenti forse avresti capito. Non so, però,  se per te ne valga la pena. Del resto io sono nulla, io sono chicchessia, intellettualmente pervertito, magari anche invertito. Non valgo per quanti meriti accademici abbia (e comunque ho preso "ottimo" alle medie, mi premeva dirtelo), né per quanti soldi guadagni (sempre pochi sono), né per quanto bello sia (e ti assicuro che sono un gran bell'uomo). Il mio valore (poco o tanto che sia) sta nelle idee, nei ragionamenti e null'altro. Entra nel merito e avrai qualcosa contro cui combattere, altrimenti ti batterai con il nulla, perché io qui sono solo pensiero, ragionamento, e talvolta  guasconeria.

"Je jette avec grâce mon feutre,
Je fais lentement l'abandon
Du grand manteau qui me calfeutre,
Et je tire mon espadon;
Élégant comme Céladon,
Agile comme Scaramouche,
Je vous préviens, cher Mirmydon,
Qu'à la fin de l'envoi je touche ! "

Prima proposta: la patrimoniale ordinaria

La patrimoniale s'ha da fare. Bando alle ciance. Perché?
Ovviamente la prima ragione è quella di cassa. Bisogna fare cassa, diminuire il debito per allontanare lo spettro default, e dare respiro alla crescita economica (obiettivi che si possono sostenere a vicenda)
Dire patrimoniale in Italia è un po' come bestemmiare in chiesa, ma in momento in cui tutti (sinistra, destra, centro, sopra, sotto) dicono di essere contro la patrimoniale, a me piace (perché sono guascone e tocco) sostenere l'esatto contrario.
Ma entriamo nel dettaglio della definizione della nuova imposta patrimoniale che io vorrei:
1) Innanzitutto aliquote progressive, a partire da scaglioni con soglie abbastanza elevate (esenzione fino a 1 mln di patrimonio, tassazione da 1 mln in su, aliquote a partire dallo 0,5%, su 1 mln, 0, su 1,5 mln  2500 euro).
2) Base imponibile: case, ville, campi, barche, auto,  tutti i beni rilevabili facilmente da registri e facilmente valorizzabili (mark to market, no rendite catastali!!!) intestati a persone fisiche.
3) Esenti le attività finanziarie (lì c'è la tassazione delle attività finanziarie, oggetto di altra proposta).

Facciamo due conti (fonte Banca d'Italia).
Da mie elaborazioni dei dati di bakitalia citati ci sarebbero 2,416 mln di famiglie che hanno un patrimonio reale lordo medio di c.a 1,088 mln di euro. Queste famiglie sono il 10% più ricco e quindi difficilmente hanno mutui e si puo' presumere che il patrimonio netto sia prossimo a quello lordo.  A parte questa semplificazione la famiglia media "ricca" pagherebbe 0,5*88000/100=440 € all'anno. Le più "povere" tra i ricchi non pagherebbero e pagherebbero solamente i ricchi veri. Quanto? Dai dati bankitalia non è possibile capirlo anche se l'imponibile è potenzialmente di oltre 2500 mld/€. Bisogna chiederlo direttamente a bankitalia il potenziale gettito che, secondo me, non è trascurabile.

Mi fermo qui, ma una imposta patrimoniale progressiva potrebbe dare il suo contributo, sia in termini economici, che di percezione di una maggiore equità del carico fiscale. In questo  modo diventa più facile chiedere un sacrifico anche alle fasce meno abbienti, che non si sentirebbero vessate (pensionati, dipendenti). Va quindi, secondo me, considerata l'utilità nell'agevolare un senso di equità condiviso.

giovedì 11 agosto 2011

Se non va bene la proposta di EGT che fare?

Giusto perché la critica va bene ma bisogna anche essere propositivi.
Nei prossimi giorni le mie ricette per risolvere la crisi economica e vivere più sereni.
Datemi cinque minuti di tempo e qualcosa meglio di Tremonti e alternativo a EGT lo trovo anch'io.

A tutti i governanti e i governati di questo mondo: restate sintonizzati su questo blog.

Al severo Saverio, con moderata perversione

Per motivi tecnici (non so perché ma non riesco a inserire questo commento come risposta ad un post sul Aleablog) sono costretto a rispondere qui a tal Saverio, molto severo nei miei confronti, ma non per questo non gradito ospite nel caso volesse replicare.


@ Saverio, con rispetto e perversione:
 a darmi dell'ignorante mi fai solo un piacere. L'unica cosa che so è di non sapere. Il dubbio è l'unica mia certezza. Oppure sono certo di avere solo dubbi. Mah... Comunque sia a differenza di chi le ha le certezze precostituite, magari metafisiche, io mi pongo domande in ogni momento. Va bene l'articoletto fatto per riempire la paginetta del Sole, e vanno bene anche le proposte di pancia. Ma allora ecco perché ho bocciato dal basso della mia ignoranza e aggiungo anche arroganza (dove sta l'arroganza, in alto, in basso, a destra, a sinistra?) la proposta di EGT:
l'analisi effettuata nei primi paragrafi può anche essere superficialmente condivisibile, è di sicuro impatto emotivo, anche se semplicistica e sicuramente discutibile, sia dal punto di vista economico che antropologico. La tripartizione della dimensione economica umana e le conseguenze logiche derivanti sono del tutto arbitrarie e non scientifiche. L'approccio usato è più simile alla  filosofia scolastica medioevale che scientifico. Ma dando anche per buona e la parte iniziale, che non ho tempo di criticare (ma chi sono io per criticare il futuro Nobel per l'Economia?), manca il nesso causa-effetto. Come se bastasse mettere dei soldi nelle nostre imprese per farle decollare (e se decollano, dove vanno?). Come se i soldi da "prelevare" al posto della patrimoniale automaticamente innescassero un processo di crescita economica una volta messi nelle imprese.
Fino a qualche tempo fa le imprese (meritevoli, come dice EGT) hanno avuto a disposizione liquidità in abbondanza, e la hanno usata, anche quando avrebbero potuto metterci soldi propri. Ma si sa l'Italia è il paese delle aziende povere e degli imprenditori ricchi (magari qualcuno anche scudista!). Ebbene, caro Saverio spiegami tu come più soldi dalle banche di investimento porterebbero piani di crescita più aggressivi, maggiori investimenti, crescita ed occupazione. Con il moltiplicatore  keynesiano  (per fortuna che EGT è antikeynesiano convinto!!!)? Più investimenti significano più occupazione? Più domanda? Più PIL? Se sì come e quanto? dove sta l'analisi econometrica a giustificazione? Ma se le imprese italiane e le multinazionali che investivano in Italia, liquidano, chiudono, portano gli impianti all'estero e occupano là migliaia di persone, se diamo loro altri soldi continueranno ad investire dove il capitale rende di più e probabilmente il luogo non è l'Italia. Forse con i soldi delle banche di investimento faranno degli impianti fotovoltaici sui tetti di capannoni vuoti. Bella imprenditoria! Per gli stessi motivi per cui "l'uomo-risparmiatore ha investito la parte di reddito non spesa dovunque gli fosse stato prospettato miglior rendimento, dovunque si trovi" non vedo perché l'azienda-investitrice non dovrebbe fare altrettanto. A meno che associazioni di industriali, commissioni di investimento, altri organismi, fondi di private equity e compagnia bella impediscano ai capitali di essere investiti all'estero o alle imprese di continuare ad internazionalizzarsi (ovvero portare le macchine in Moldavia , in Cina e produrre lì dove il lavoro costa una frazione del nostro).
In questa proposta ci vedo solo una ricetta semplice, di facile comprensione ma di impossibile attuabilità. Certo le banche di investimento ci guadagnerebbero, così come i falegnami armati di seghe, pialle e martello per costruire tavoli e sedie dove tutto si deve decidere e pianificare affinché i finanziamenti vengano dati ai meritevoli.
E manca ancora tutta la parte della gestione del prelievo. Se EGT tenta di spiegare come incanalare correttamente il capitale verso le imprese, non è assolutamente spiegato come fare il prelievo in maniera corretta: volontaristica? coattiva? come tassa? Se io non voglio investire nelle imprese italiane ma, diciamo, nelle ferrovie giapponesi, chi e come mi obbliga a dare parte dei miei risparmi alle aziende italiane? Viene EGT a casa mia a convincermi che cosa buona e giusta? Che venga, forse, dal basso della mia ignoranza lo convincerò che non è come pensa. Oppure lo fa coattivamente? Beh, se coattivamente deve essere, meglio la patrimoniale. Almeno so che è destinata a diminuire il debito pubblico e non ad arricchire imprenditori privati.