Premetto, poi, per onestà intellettuale, che voterò 4 sì ai prossimi referendum, ma che ho sempre e comunque esercitato il mio diritto-dovere di elettore anche quando sono andato, in passato, a votare no.
Chi invita a non votare spinge a comportarsi da free rider, nel senso di persona che approfitta ingiustamente della situazione senza pagarne il fio. La democrazia ha un costo, si sa, ma oltre al costo istituzionale ha un costo personale: per funzionare la democrazia richiede un minimo di partecipazione, di cittadini che votino e che si facciano un'opinione, insomma ha bisogno di una serie di comportamenti funzionali: bisogna pagare il biglietto dell'autobus, per avere un autobus funzionante ed un servizio puntuale.
Dice Amartya Sen nel suo "L'idea di giustizia":
Il successo della democrazia non dipende soltanto dalla capacità di realizzare la migliore struttura istituzionale concepibile, ma anche e inevitabilmente dai nostri effettivi modelli di comportamento nonché dal funzionamento delle interazioni politiche e sociali. Affidarsi nelle mani "sicure" di una società sancita esclusivamente per via istituzionale non porta a nulla. L'efficacia delle istituzioni democratiche, come quella di qualsiasi altra istituzione, dipende dalla reale capacità dell'azione umana di sfruttare tutte le opportunità per dare vita a scenari adeguati. p. 360
Mio padre, tra il '43 ed il '44, a meno della metà dei miei anni, si è fatto mesi e mesi di carcere, da partigiano ed è evaso sotto un bombardamento in quanto appartenente ad una della molte piccole brigate di partigiani che nella pianura padana hanno lottato, con molte difficoltà, contro la tirannia nazi-fascista, per regalare alle generazioni che sono venute dopo libere istituzioni democratiche. Per tutta la sua vita di maestro elementare ha insegnato ai bambini, l'italiano, la matematica, la storia, la geografia e le scienze ma soprattutto che senza impegno personale, che senza doveri non esistono diritti. E insegnava loro, mi ricordo come fosse ieri, ad ogni ricorrente turno elettorale, la pratica della democrazia, simulando in classe delle elezioni con tanto di urna, scheda e spoglio dei voti, sottolineando sempre che non importava chi vinceva e chi perdeva, ma il dovere di eseguire questo sacro rito democratico.
A persone come lui, combattenti in guerra, educatori in pace, dobbiamo le nostre istituzioni democratiche. Verso i nostri figli abbiamo il dovere di trasmettere loro queste istituzioni e la cultura che le permette. Distruggere la cultura democratica invitando la gente a non votare è un attentato alla democrazia e come tale andrebbe perseguito.
Votate sì, votate no, ma votate.
L'esempio e' il primo maestro. E di esempi abbiamo un gran bisogno.
RispondiEliminaCredo che in questo paese ci sia una gran sete di esempi rivolti ai valori sostanziali del nostro essere popolo, cittadini, persone che realizzano la propria vita e non solo di sorridenti beoti dietro le promesse di tv, tette e festini.
Certo di mezzo il sacrificio: parola apparentemente cacofonica, ma dal grande significato di libertà e realizzazione.
Ecco forse dovremmo riscoprire - da soli , non certo attraverso tv e falsi eroi - chi con il sacrificio ha dato gloria a questo Paese.
E anche per questo andremo a votare...