giovedì 11 agosto 2011

Al severo Saverio, con moderata perversione

Per motivi tecnici (non so perché ma non riesco a inserire questo commento come risposta ad un post sul Aleablog) sono costretto a rispondere qui a tal Saverio, molto severo nei miei confronti, ma non per questo non gradito ospite nel caso volesse replicare.


@ Saverio, con rispetto e perversione:
 a darmi dell'ignorante mi fai solo un piacere. L'unica cosa che so è di non sapere. Il dubbio è l'unica mia certezza. Oppure sono certo di avere solo dubbi. Mah... Comunque sia a differenza di chi le ha le certezze precostituite, magari metafisiche, io mi pongo domande in ogni momento. Va bene l'articoletto fatto per riempire la paginetta del Sole, e vanno bene anche le proposte di pancia. Ma allora ecco perché ho bocciato dal basso della mia ignoranza e aggiungo anche arroganza (dove sta l'arroganza, in alto, in basso, a destra, a sinistra?) la proposta di EGT:
l'analisi effettuata nei primi paragrafi può anche essere superficialmente condivisibile, è di sicuro impatto emotivo, anche se semplicistica e sicuramente discutibile, sia dal punto di vista economico che antropologico. La tripartizione della dimensione economica umana e le conseguenze logiche derivanti sono del tutto arbitrarie e non scientifiche. L'approccio usato è più simile alla  filosofia scolastica medioevale che scientifico. Ma dando anche per buona e la parte iniziale, che non ho tempo di criticare (ma chi sono io per criticare il futuro Nobel per l'Economia?), manca il nesso causa-effetto. Come se bastasse mettere dei soldi nelle nostre imprese per farle decollare (e se decollano, dove vanno?). Come se i soldi da "prelevare" al posto della patrimoniale automaticamente innescassero un processo di crescita economica una volta messi nelle imprese.
Fino a qualche tempo fa le imprese (meritevoli, come dice EGT) hanno avuto a disposizione liquidità in abbondanza, e la hanno usata, anche quando avrebbero potuto metterci soldi propri. Ma si sa l'Italia è il paese delle aziende povere e degli imprenditori ricchi (magari qualcuno anche scudista!). Ebbene, caro Saverio spiegami tu come più soldi dalle banche di investimento porterebbero piani di crescita più aggressivi, maggiori investimenti, crescita ed occupazione. Con il moltiplicatore  keynesiano  (per fortuna che EGT è antikeynesiano convinto!!!)? Più investimenti significano più occupazione? Più domanda? Più PIL? Se sì come e quanto? dove sta l'analisi econometrica a giustificazione? Ma se le imprese italiane e le multinazionali che investivano in Italia, liquidano, chiudono, portano gli impianti all'estero e occupano là migliaia di persone, se diamo loro altri soldi continueranno ad investire dove il capitale rende di più e probabilmente il luogo non è l'Italia. Forse con i soldi delle banche di investimento faranno degli impianti fotovoltaici sui tetti di capannoni vuoti. Bella imprenditoria! Per gli stessi motivi per cui "l'uomo-risparmiatore ha investito la parte di reddito non spesa dovunque gli fosse stato prospettato miglior rendimento, dovunque si trovi" non vedo perché l'azienda-investitrice non dovrebbe fare altrettanto. A meno che associazioni di industriali, commissioni di investimento, altri organismi, fondi di private equity e compagnia bella impediscano ai capitali di essere investiti all'estero o alle imprese di continuare ad internazionalizzarsi (ovvero portare le macchine in Moldavia , in Cina e produrre lì dove il lavoro costa una frazione del nostro).
In questa proposta ci vedo solo una ricetta semplice, di facile comprensione ma di impossibile attuabilità. Certo le banche di investimento ci guadagnerebbero, così come i falegnami armati di seghe, pialle e martello per costruire tavoli e sedie dove tutto si deve decidere e pianificare affinché i finanziamenti vengano dati ai meritevoli.
E manca ancora tutta la parte della gestione del prelievo. Se EGT tenta di spiegare come incanalare correttamente il capitale verso le imprese, non è assolutamente spiegato come fare il prelievo in maniera corretta: volontaristica? coattiva? come tassa? Se io non voglio investire nelle imprese italiane ma, diciamo, nelle ferrovie giapponesi, chi e come mi obbliga a dare parte dei miei risparmi alle aziende italiane? Viene EGT a casa mia a convincermi che cosa buona e giusta? Che venga, forse, dal basso della mia ignoranza lo convincerò che non è come pensa. Oppure lo fa coattivamente? Beh, se coattivamente deve essere, meglio la patrimoniale. Almeno so che è destinata a diminuire il debito pubblico e non ad arricchire imprenditori privati.

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