mercoledì 11 settembre 2013

Elenco 107: -1

Da questo comunicato http://www.sinvest.org/profilo/79-articoli/143-provvedimento-banca-italia sul sito di Sinvest risulta che il confidi non è più un confidi 107: Bankitalia l'ha cancellato.
Aspettiamo il bollettino di vigilanza per capirne il perché.
Seguiranno commenti.

lunedì 3 ottobre 2011

L'insostenibile leggerezza dell'argomentazione

Ad essere sbrigativi si potrebbe liquidare l'ultimo articolo di Nicolai con un giudizio tranchant  di completo deragliamento della logica, ma non voglio commettere la stessa leggerezza che critico.
Resta il fatto che le conclusioni del dott. Nicolai sul sistema dei confidi italiani mi sembrano tanto spicce da sembrare quasi tendenziose.
Sembra quasi, leggendo il suo articolo che la conclusione ce l'abbia in testa dall'inizio ed i numeri riportati siano solo al servizio della sua tesi, tutta da dimostrare ma facilmente falsificabile. Non posso non cogliere, tra le moltissime citazioni che arricchisono il suo autocelebrativo sito internet questa:

«Tutta la nostra conoscenza rimane fallibile, congetturale [...] La scienza è fallibile perché la scienza è umana. [...] evitare l’errore è un ideale meschino; se ci confrontiamo con problemi difficili, è facile che sbaglieremo; l’importante - e la cosa più tipicamente umana - è apprendere dai nostri errori. L’errore individuato ed eliminato costituisce il debole segnale rosso che ci permette di venire fuori dalla caverna della nostra ignoranza" di  Karl Popper 


Se Nicolai conosce Popper, saprà che per falsificare una teoria bastano pochi, anzi, basta un fatto chiaramente contrario alla teoria per dimostrare che è tutto sbagliato, tutto da rifare, che ogni, seppur bella teoria è da rivedere. Consapevole di rischiare a mia volta di cadere nell'errore cercherò di seguito di falsificare quanto sostenuto da Nicolai, anche se, di fronte ad affermazioni dimostrate per "impressioni",  ovvero con numeri che  sembrano, ma non sono, pertinenti alle asserzioni fatte, a volte non è così facile.
Allora cominciamo a smontare la teoria di Nicolai che sostiene che "non sono i confidi l'arma contro il credit crunch". Come al solito cercherò di essere schematico:

1) Già nel titolo la teoria è mal posta. Evidentemente i confidi non possono non sono mai stati e mai saranno L'ARMA contro il credit crunch. Se così fosse avremmo già chiuso il ministero dell'economia, un po' di altre istituzioni economiche europee e mondiali etc.etc. I confidi possono essere un'arma, una delle tante frecce nella faretra del policy maker, sussidiari, complementari, utili, mai necessari. Nulla è necessario a questo mondo. Solo l'aria per vivere (per noi umani perché ci sono anche organismi anaerobi); chi ha detto che i confidi sono L'ARMA contro il credit crunch?; Mah, forse qualche esponente di confidi chiedendo soldi pubblici, può essere, ciò non significa che sia plausibile; o forse il nostro attribuendo questo ruolo ai confidi e poi negandolo vuole implicitamente attribuirlo alla finanziaria regionale da lui guidata?;

2) Altre criticità:

  • concentrazione del rischio: secondo Nicolai i confidi avrebbero un rischio più concentrato per territorio, settore e prodotto finanziario. Sì, ma rispetto a cosa? Territorio? e le BCC? Qualsiasi azienda territoriale ha il suo territorio come riferimento, il fatto che l'80%  dei confidi lavori su scala provinciale non dice nulla, anche perché non dice quale 80% sia, probabilmente è l'80% più piccolo, quello che fa paretianamente il 20% delle garanzie. Settore? forse, anche se più che per  settori i confidi si differenziano per dimensione aziendale garantita (l'artigianato non è tecnicamente un settore industriale, così come non lo è l'industria; il commercio è talmente vasto e comprende turismo e servizi di solito da essere sufficientemente differenziato; e comunque sono affermazioni senza dimostrazioni numeriche, senza studi sottostanti; certo un confidone che garantisca tutti i settori di tutta Italia è meno rischioso di un confidi che garantisce 20 aziende che commerciano biancheria intima in provincia di Isernia: bella scoperta!). Prodotto finanziario? Da che mondo e mondo il medio termine è sempre stato meno rischioso del breve termine, proprio perché la diversa forma tecnica prevede che il breve termine venga concesso spesso quando ci sono tensioni di liquidità o per sostenere genericamente il capitale circolante mentre il medio-lungo ha sempre  (salvo il consolidamento) un progetto industriale sotto (l'acquisto di una macchina, di un capannone, etc.), concentrazione questa volta non significa più rischio;
  • patrimonializzazione scarsa: le banche con basilea 3 come sono messe? le altre aziende? chi è patrimonializzato in questo mondo di bilanci esangui? manca un confronto con chi dovrebbe essere invece il paladino delle aziende in un mondo in crisi; forse la Finlombarda è sufficientemente patrimonializzata per salvare il mondo? che i confidi abbiano avuto delle perdite pesanti negli ultimi anni non ce lo deve certo raccontare lui, ed il fatto che i confidi abbiano sempre fatto ricorso al pubblico neanche. Sembra ora che sia una novità. Verrebbe da pensare: dove è stato fino ad adesso il prof. Nicolai?
  • dimensione: sì, qui ha ragione, ma resta il fatto che i confidi piccoli contano veramente poco, dei 451 operatori attivi oggi se ne potrebbero cancellare 300-350 e quasi nessuno se ne accorgerebbe, per cui non è quello il motivo delle difficoltà;
  • governance e professionalità: sì certo anche qui si può migliorare, ma ci sono dei signori Confidi con la C maiuscola, ben organizzati e con del management in gamba; sparare a zero su tutti forse è una tecnica per fare sembrare molto bravo solo lui, il dott. Nicolai.
3) Concludendo, a me l'analisi di Nicolai sembra veramente una superficiale analisi, con numeri anche veri, ma non pertinenti verso quello che si vuole argomentare, e comunque fuorvianti.  Inutile aggiungere che mancano studi seri rispetto a quello che si vuole implicitamente dimostrare, ovvero che le Regioni non devono dare più soldi ai confidi ma solo a Finlombarda, il vero baluardo anticrisi delle imprese.
Dispiace essere così tranchant, e fare sempre il castigamatti, ma di fronte a tante imprecisioni tutte insieme non si può lasciar passare, e, sebbene io non sia il paladino dei confidi, mi dispiace vedere tanta leggerezza nel condannare sommariamente un settore così importante per l'economia italiana, dove ci sono tanti problemi, ma anche tante professionalità in gamba.
Forse al pirellone stanno decidendo a chi sganciare la grana?


martedì 23 agosto 2011

Secondo Piatto: alzare l'età pensionabile

Lo so è dura: andare in pensione più tardi è molto dura. E' duro anche lo scontro su quello che è il piatto principale da cui attingere per sistemare i conti di questo benedetto Paese. Del resto le pensioni baby e le mega pensioni dei dirigenti pubblici sono lì a dimostrare (insieme a una certa tolleranza, soprattutto in certe aree geografiche, delle finte pensioni di invalidità) come in Italia ci sia  molta gente che vive abbastanza "a sbafo". Del resto, con la teoria dei "diritti acquisiti" per cui ogni status quo non si può mettere in discussione, si sono bloccate tutte le possibilità di recuperare agli errori fatti e si è sempre spostato in avanti il problema (non più là di una decina di anni fa ricordo una intervista sul Sole -24 Ore al mai tramontato senatore Andreotti che sosteneva come la politica del debito poi non fosse così male, e difendeva quanto fatto dal CAF in merito tra la metà degli anni '80 e i primissimi anni '90). Il fatto è che più tardi si mette mano al problema, più il problema cresce, ed in misura esponenziale, viste le dinamiche demografiche. Non alzare l'età pensionabile di due anni adesso, significa doverla alzare di cinque fra 10 o di 10 fra 20 anni per poter mantenere il sistema sostenibile (sempre che non siamo già andati in default). Già chi è completamente al sistema retributivo come il sottoscritto ha una prospettiva di vedere la propria pensione fra una ventina di anni  al 60-65% dell'ultima retribuzione e potrà/dovrà integrare la pensione con una rendita alternativa (ovvero investendo, per esempio il TFR in fondi pensione), non sperando di arrivare, però all'80% medio della retribuzione a cui sia arriva con il sistema retributivo. Si tratta di ridistribuire risorse tra la generazione dei 50-60enni e quelli che di anni ne hanno di meno (e di più all'andare in pensione). Per rendere la pillola più facile da mandare giù bisognerebbe andare a rivedere alcuni di quei "diritti acquisiti", ma in questo paese sembra cosa giuridicamente impossibile. Più difficile che dare un vero senso di equità intergenerazionale al tema della previdenza. Insomma, anche in termini generazionali, chi può arraffa e chi si è visto si è visto. Un bell'esempio da dare. Se continua così verrà il giorno in cui i figli malediranno i padri. 
Il piatto, come vedete dall'immagine, è succulento, ma basta una mucca pazza, per lasciare a digiuno tutti. Anche i 50-60enni.

mercoledì 17 agosto 2011

Statistiche: i miei 25 lettori


Guardando alle statistiche dei miei lettori, mi sono chiesto: perché non condividere con loro i dati che gentilmente bigG mi fa vedere?

Eccoli qui:


Il mio pubblico:


Visualizzazioni di pagine per browser
Internet Explorer
2.469 (56%)
Firefox
742 (16%)
Safari
702 (16%)
Chrome
394 (9%)
Mobile Safari
59 (1%)
Opera
5 (<1%)
Visualizzazioni di pagine per sistema operativo
Windows
3.364 (76%)
iPhone
299 (6%)
Macintosh
221 (5%)
Linux
213 (4%)
Android
162 (3%)
Other Unix
64 (1%)
iPad
34 (<1%)
BlackBerry
9 (<1%)
Unix
5 (<1%)


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La  visualizzazione di pagine nell'ultimo mese:

Primo Piatto: lo scudo fiscale

Come riportato da notizie di stampa, si sta pensando di intervenire anche sui capitali detenuti all'estero o recentemente scudati.
Questo potrebbe essere un bel primo piatto all'italiana. Pasta con il ragù alla bolognese. Ci stanno i carboidrati, le proteine e i grassi. Quasi un pranzo completo.

E' un'idea ottima. Si tratta di colpire capitali che sono stati accumulati nel tempo grazie all'evasione fiscale (e a una serie di altri illeciti) e portati all'estero. Se pensiamo che ora, per uno scontrino non emesso, è prevista la chiusura dell'esercizio commerciale, considerare che questi capitali sono stati completamente nascosti al fisco e poi "legalizzati" con il pagamento di una percentuale a una cifra sola (4-5%?) non dà proprio quel senso di equità che sarebbe necessario in un momento di sacrifici diffusi. Se pensiamo che la stessa percentuale è richiesta in aggiunta ai redditi superiori ai 90.000 euro c'è di che incazzarsi.
Ritornare sullo scudo (anche quello della prima legislatura, perché no?) e andarsi a prendere con una tassa straordinaria il 10-20 % di quanto evaso al fisco (che  con una pressione fiscale di oltre il 40% vale coumunque una frazione della tassazione ordinaria senza alcuna sanzione per gli illeciti commessi) è secondo me del tutto morale e lecito. La forma giuridica corretta si trova, ci sono gli azzeccagarbugli per questo. Di fronte all'alternativa di uno stato tra perdere di credibilità nei confronti degli evasori fiscali e perdere di credibilità nei confronti di chi le tasse le paga, o peggio con il default, perdere la credibilità nei confronti di tutta la comunità finanziaria, beh, secondo me la scelta è automatica:
Garganelli al ragù  = 10-20 mld di euro.

martedì 16 agosto 2011

Cuochi al lavoro: Hell's Kitchen!


Raccogliendo l'invito di Gianfranco su Aleablog, abbiamo allestito una cucina su questo blog. Viste le attuali difficoltà il clima che ritroviamo è molto simile a quello del video. Non se ne abbiano i 4 lettori di questo blog, la situazione è difficile: serve decisione, energia e qualche parolaccia (non a vanvera però come fanno i ministri della Repubblica in questi giorni).

venerdì 12 agosto 2011

Mistero ad Aleablog, sparito un commento


Mi pareva di aver postato qualcosa qui in risposta ai commenti di Saverio, ma è sparito: problemi tecnici?
Ad ogni buon conto eccolo qui, il mio blog è sempre aperto agli interventi di tutti.


@ Saverio, che per rispetto merita una risposta, ma il commento è OT rispetto al post per cui la sua lettura potrebbe rivelarsi una mera perdita di tempo; e poi non dite che non vi ho avvertito!

Caro Saverio, dal tono dei tuoi post, vedo che sei molto propenso a difendere i tuoi "idoli" intellettuali o ad attaccare chi, bonariamente, li sberleffa (non ho nulla di personale contro Gotti Tedeschi, ma la sua proposta mi sembrava e continua a sembrarmi talmente semplicistica e priva di collegamento con la realtà da meritare una piccola presa in giro, tanto che qui mica ci legge Tremonti!, né salviamo i destini del mondo). Il tuo è un atteggiamento da tifoso e non da persona che entra nel merito delle questioni, e a me non va di parlare di calcio con dei tifosi per i quali la propria squadra è sempre la migliore a prescindere! Se non hai capito il tono ironico ma hai preso come oltraggioso e scorretto il mio intervento, lo imputo solamente al fatto che non hai mai letto i miei commenti e non conosci il mio stile, come sempre critico e a volte irriverente, ma mai volutamente offensivo e quindi avevi elementi di giudizio molto parziali. Se frequentassi da tempo questo blog e ti fossi preso la briga di leggere qualche vecchio post e i relativi commenti forse avresti capito. Non so, però,  se per te ne valga la pena. Del resto io sono nulla, io sono chicchessia, intellettualmente pervertito, magari anche invertito. Non valgo per quanti meriti accademici abbia (e comunque ho preso "ottimo" alle medie, mi premeva dirtelo), né per quanti soldi guadagni (sempre pochi sono), né per quanto bello sia (e ti assicuro che sono un gran bell'uomo). Il mio valore (poco o tanto che sia) sta nelle idee, nei ragionamenti e null'altro. Entra nel merito e avrai qualcosa contro cui combattere, altrimenti ti batterai con il nulla, perché io qui sono solo pensiero, ragionamento, e talvolta  guasconeria.

"Je jette avec grâce mon feutre,
Je fais lentement l'abandon
Du grand manteau qui me calfeutre,
Et je tire mon espadon;
Élégant comme Céladon,
Agile comme Scaramouche,
Je vous préviens, cher Mirmydon,
Qu'à la fin de l'envoi je touche ! "