lunedì 18 aprile 2011

Fondi pubblici di garanzia: un confronto territoriale

Riceviamo e volentieri pubblichiamo un articolo uscito su Bancaria di marzo che studia la diversa efficacia territoriale degli strumenti pubblici di garanzia.
Seguono commenti.

2 commenti:

  1. Ho commentato l'articolo sul mio blog Credito e Confidi.

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  2. Finalmente un articolo che interviene su un tema cruciale - l'intevento agevolativo pubblico attraverso la garanzia - e in un momento assai delicato - progressiva riduzione/esaurimento/limitazione delle risorse pubbliche a disposizione. Gli argomenti sono ardui, le dimostrazioni ancora di più: ben venga però chi cerca di analizzare in modo sistematico gli effetti delle diverse opzioni a disposizione. Pochi l'hanno fatto...
    Certo alcuni assunti o numeri utilizzati in input o che derivano possono essere variamente opinabili. Ad es., a mio avviso, parlare di moltiplicatore senza riferimenti alla rischiosità intrinseca (stimata, prevista o comunque considerata) è fuorviante: primo non è detto il che il moltiplicatore altro realizzi l'intenzione di politica economica (ci possono essere altri mille motivi per non erogare...) ma soprattutto poi può provocare un trasferimento di rischio latente (ma prima o poi viene fuori) su fasce di clientela (ignare) o su altri soggetti coinvolti (banche, confidi ma soprattutto contribuenti).
    E' campo, questo, dove la tecnica si unisce all'empirismo e, prima di tutto, occorre capire, chiaramente, dove si vuole andare. Si vuole sostenere l'economia delle pmi? Ma di quali? A che costo? Abbiamo gli strumenti giusti?
    Nel dettaglio lo studio, a mio avviso, giunge ad alcune soluzioni corrette. In particolare, laddove identifica nelle tranched cover lo strumento alternativo all'attuale struttura di garanzia e comuqnue "preferenziale" nel casi di garanto istituzionali e/o professionali che intendono massimizzare l'intervento predeterminando il rischio neutralizzando pesanti oneri di gestione post erogazione. Se non per altro impone la doverosa valutazione di rischio massimo assumibile, richiedendo di indicare la PD e consentendo una "tracciabilità" degli interventi. Cosa che, al momento, la garanzia diretta - e a maggior ragione la controgaranzia - non fanno...

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