venerdì 29 aprile 2011

Confidi maggiori e confidi minori: ancora tre giorni per votare

Oltre la metà del tempo dedicato al voto è trascorso ma si configura, nonostante la scarsa affluenza alle urne, una vittoria dell'opinione che vuole tutti i confidi vigilati. La rappresentatività del voto è, finora, scarsa, ma in questo sondaggio non c'è quorum per cui inoltrerò i risultati all'Organo di Vigilanza che trarrà le sue considerazioni (vigilare meno, vigilare tutti?).
Quindi, popolo dei confidi, se volete cambiare il il vostro destino avete ancora qualche giorno. Poi sarete solo nelle mani del fato.

lunedì 25 aprile 2011

Confidi maggiori e confidi minori: popolo dei confidi al voto

Come potete vedere, ho aperto il sondaggio per sapere come la pensa il popolo dei confidi. Votiamo tutti e poi discutiamone. Le opinioni sono tutte legittime, ma ogni tanto è bello vedere come la pensa la maggioranza. Il primo voto è il mio.

25 Aprile: Festa della Liberazione

Buon 25 aprile a tutti.

sabato 23 aprile 2011

Confidi maggiori e confidi minori ovvero l'arte della fuga

Ritengo le considerazioni del prof. Erzegovesi sul sito aleablog in merito alla soglia dei 75 mln di euro di attività finanziarie che divide i confidi minori dai maggiori, molto interessanti, e condividendo molte delle sue idee e delle sue argomentazioni giungo a considerazioni del tutto opposte. Per me la soglia dei confidi andrebbe del tutto eliminata ed i confidi dovrebbero essere tutti sottoposti alla vigilanza equivalente di Banca d'Italia. Vi spiego perché:

Prima di tutto le banche non chiedono garanzie compliant perché non sono ancora in grado di misurare le differenze di valore delle garanzie prestate da un confidi o da un altro. Ovvero le chiedono, ma soprattutto per gli aspetti giuridici, perché comunque garanzie con caratteristiche di eligibilità sono migliori anche dal punto di vista contrattuale, ma non c'è ancora un riversamento della mitigazione del rischio sugli RWA e sul costo del capitale. E chissà quanto tempo ci vorrà ancora. Seconda cosa: la normativa del 2003 e le successive modifiche/integrazioni andavano nel senso di un consolidamento del sistema per dare maggiore solidità, trasparenza e ordine ad un settore ancora poco disciplinato (diciamo indisciplinato? oltre mille confidi fino a 5 anni fa rappresentavano veramente una cosa ridicola: il campanilismo fatto confidi!!!) Terzo: la difficoltà, le polemiche, i ritardi con cui la normativa del 2003 è stata applicata (i 107 sono stati in stand-by per cinque anni!!!, soglia di qui, soglia di là...) è stata causata dalle resistenze dei confidi, anzi da quella parte prettamente politica delle associazioni di categoria che vedeva nei confidi il braccio finanziariamente armato delle loro piccole, locali lotte di potere. Laddove le associazioni più lungimiranti hanno capito che per avere più forza servivano confidi più forti, a volte unitari, sono nate le grandi aggregazioni (ACT, Unifidi E.R., Sviluppo Artigiano, etc. etc.) Chi, ancora oggi, non l'ha capito, portando avanti una resistenza anacronistica è fuori dalle logiche di stabilità del sistema e di sostegno alle imprese: confidi deboli e inefficienti non servono. Banca d'Italia ha usato le maniere gentili, riformando il titolo quinto del TUB e inaugurando la vigilanza autogestita (mi sa tanto da anni '70 e di fumose assemblee liceali l'autogestione, non funzionava lì dove le assemblee erano disinteressate figuriamoci fra imprenditori in concorrenza, ci metteranno un secolo a costituire l'organismo). Ergo: tutto sbagliato, tutto da rifare. La soglia va portata a zero e tutti i confidi devono essere vigilati. Di seguito elenco ulteriori motivi ed effetti di questa scelta:
1) Non è equo che ci sia una sostanziale differenza di trattamento tra chi sta di là e chi sta di qua della soglia. Né per il tipo di garanzia  che va sul mercato, né per il trattamento di vigilanza a cui è sottoposto. Anche la più piccola delle BCC è vigilata per la stabilità del sistema, non è corretto che un confidi, che comunque eroga credito (crediti di firma sono, ma sempre di fidi si tratta) non sia   soggetto a vigilanza tanto più che non vi è differenza ontologica tra un confidi cha ha 70 mln di euro o 80 mln di euro di attività finanziarie (e questo vale per qualsiasi soglia). Così facendo si eviterebbero i comportamenti opportunistici per stare al di qua della soglia che abbiamo visto in questi anni.
2) Sessanta, settanta confidi sono più che sufficienti per un mercato attuale di circa 25 mld di garanzie. Ogni confidi potrebbe avere una media di 300-500 mln di garanzie sviluppando volumi che sicuramente migliorerebbero l'economicità di gestione, giustificherebbero una specializzazione delle funzioni interne senza togliere niente alla distribuzione localizzata. Con questa dimensione, mettere in piedi un Business Office diventa un'opportunità che trova un mercato captive abbastanza ampio per andare a reddito da subito, nel contempo diminuendo il rischio per il confidi.
3) In media ogni regione avrebbe almeno tre confidi: le più grandi di più, e potrebbero rimanere settoriali, le più piccole si dovrebbero arrangiare con un confidi solo unitario, ma sono convinto che ce la potrebbero fare (anche la Val d'Aosta). Le regioni avrebbero pochi interlocutori con i quali interagire per le politiche di sostegno e si riuscirebbe a fare programmi coerenti senza dover accontentare anche qualsiasi associazione per meri fini elettorali.

Che ne dite? Scontenta qualcuno?  ... si potrebbe aprire un sondaggio... magari dopo Pasqua.

venerdì 22 aprile 2011

Fulgida Consulenza

C'è un detto, "Chi sa fa, chi non sa insegna, chi non sa fare o insegnare, fa il consulente". Non credo sia vero, in generale, ma nel caso di alcuni fulgidi interventi che sono recentementi apparsi sul blog di Luca, ho avuto conferma che, se il detto è falso in generale, ammette comunque delle validissime eccezioni. Non si tratta, però, sempre di un sapere specifico, legato ai confidi ed ai temi di cui si discute, ma di un sapere generico, quel "saper stare al mondo" senza il quale ogni convivenza civile viene meno. La maleducazione, forse spinta da una invidia o da una supponenza solo malcelata, ha spinto un commentatore a frasi prive di ogni rispetto personale. In questi casi ogni supposta professionalità non può supplire alla mancanza di umanità. Forse sotto c'è anche un interesse personale. Quando le intelligenti e appassionate considerazioni di Luca provano a smuovere il sistema dei confidi, qualcuno ha forti  interessi a mantenere lo statu quo e fare una consulenza di piccolo cabotaggio. Questi consulenti sono come gli esploratori che andavano dai selvaggi africani qualche secolo fa ed in cambio di uno specchio ricevevano oro e pietre preziose. Confidi siete avvertiti.

lunedì 18 aprile 2011

Fondi pubblici di garanzia: un confronto territoriale

Riceviamo e volentieri pubblichiamo un articolo uscito su Bancaria di marzo che studia la diversa efficacia territoriale degli strumenti pubblici di garanzia.
Seguono commenti.

mercoledì 13 aprile 2011

Cos'è un confidi.

Il commento di Sapio al primo post di questo blog, mi fa ricordare che già in AleaBlog più volte è emerso il tema di cosa è un confidi. A parte la definizione istituzionale che si trova a questa pagina di Wikipedia (migliorabile, ed invito gli esperti lettori del blog a migliorarla), interessa di più sapere qual è la funzione di un confidi, a cosa serve, o almeno qual è l'idea più o meno condivisa dagli esperti del settore (che se non sono qui sono su Aleablog).

Fedart Fidi ed il posizionamento strategico

Come riportato da Aleablog qui Fedart fidi ha presentato oggi il nuovo progetto di riposizionamento strategico. Nell'attesa di conoscere i contenuti due considerazioni si possono fare a prescindere:

  • KPMG e Fedart sono da tre anni su questo tipo di progetti: ricordo una presentazione a Firenze nel dicembre del 2009 (dopo un anno e passa di lavoro...) I contenuti mi sfuggono ma sarebbe bello per chi si ricorda i vecchi e ha notizia dei nuovi mettere a confronto le cose dette un anno e mezzo fa con quelle dette ora e capire il valore aggiunto che questo progetto ha apportato ai Confidi appartenenti a Fedart;
  • Capito il valore aggiunto sarebbe opportuno per tutti i confidi Fedart mettere a confronto costi con benefici. Considerate le problematiche di cui si è tanto parlato per la sostenibilità dei confidi, degli interventi pubblici sempre necessari, etc. etc. un po' di trasparenza in termini di costi sostenuti per la progettazione del riposizionamento, visto che le società di consulenza non lavorano gratis e mi risulta che KPMG come major internazionale della consulenza non faccia beneficenza. La trasparenza è dovuta prima di tutto ai soci Fedart e poi anche alla comunità in genere visto che i confidi, ormai è chiaro, non vivono se non con il contributo pubblico e quindi è chiaro che anche le loro associazioni di riferimento, Fedart per prima, hanno un bilancio sovvenzionato da pantalone. 
Non pretendo di avere risposte qui, ovviamente, ma chiedere conto di come vengono spesi i soldi dei contribuenti rientra tra i diritti di un cittadino, anche se in una democrazia matura non dovrebbe essere necessario.

sabato 9 aprile 2011

Confidi specchio delle imprese

Il sistema dei confidi italiano è lo specchio del sistema delle imprese. Tanto frammentata è l'impresa italiana tanto frammentato è il sistema dei confidi. Per far crescere il sistema dei confidi in maniera coerente forse bisognerebbe pensare ad una politica economica organica volta a favorire le aggregazioni tra imprese, senza perdere la flessibilità che è tipica della piccola e piccolissima impresa. Il sistema dei confidi può dare tanto sia in termini finanziari sia in termini di business office, ma quello che manca è una politica economica coerente e soprattutto sensata. Si sa, chi sta nei palazzi di governo e opposizione conosce solo le grandi imprese ex statali (ex iri, eni, enel, alitalia, etc) dove gran commis di stato prendono lauti stipendi alle spalle degli azionisti e/o dei clienti (vedi le fs gestite come se fosse un'azienda privata con logiche private e con servizi da schifo, a parte l'A.V.) e non sanno neanche di cosa si parla quando ci si riferisce alla micro impresa. Non mi stupisce poi che escano decreti, direttive incoerenti o addirittura illegittime. A volte ho l'impressione che lo stato elargisca soldi a destra e a manca come i nobili elargivano soldi ai poveri disgraziati (vi ricordate il Marchese del Grillo?) divertendosi a vederli accapigliarsi per raccogliere una misera moneta ma confidando comunque nella loro gratitudine (e voto, di conseguenza). Al governo abbiamo un imprenditore che di piccola e micro impresa se ne intende poco, un ministro dell'economia che di professione fa il tributarista (neanche il commercialista, ma il tributarista puro,  sì lo dico con un po' di disprezzo perché non ha neanche un titolo abilitante alla professione non è neanche avvocato, almeno qui non l'ho trovato). Come volete che ne esca una politica economica? Escono solo dei soldi (sempre meno) a destra e a manca per soddisfare chi piange a voce più alta.
Ora che i soldi sono pochi, bisogna fare efficienza: come? Difficilmente dall'alto possono venire visioni d'insieme finché abbiamo questo governo e finché abbiamo questa opposizione. Sono vecchi, passati, defunti moralmente, tutti: ma resistono, resistono, resistono.

domenica 3 aprile 2011

ConfidiLeaks: Perché ConfidiLeaks

ConfidiLeaks: Perché ConfidiLeaks: "...ovvero la farina che qui si macina. Un nuovo blog sui confidi. Perché? I confidi sono una risorsa eccezionale per le imprese e per la n..."